Giro d’Italia 2019, per Cassani “un Giro tosto” dove “l’uomo da battere sarà Nibali”
Davide Cassani si è espresso a tutto tondo riguardo il Giro d’Italia 2019. Il Commissario Tecnico della Nazionale, ed ex opinionista RAI, ha confidato a La Gazzetta dello Sport di oggi tutte le sue impressioni riguardo la prossima edizione della Corsa Rosa, che vedrà protagonista, come sempre, il meglio del ciclismo italiano. Il suo uomo di riferimento per la classifica generale sarà Vincenzo Nibali, pronto a preparare l’assalto al tris di successi nella corsa di casa, già vinta nel 2013 e 2016, in attesa del riscatto di Fabio Aru.
Innanzitutto, dà le proprie impressioni sul percorso presentato mercoledì scorso, definendosi “strafelice” per tutto lo spazio concesso all’Emilia-Romagna “dove il ciclismo è passione e tradizione”. Per lui si tratta di “un Giro all’antica, esigente, per corridori di fondo. Un Giro tosto, come deve essere“. Il fatto che sia diviso in due parti non vuol dire che “lo renda meno interessante, anzi. Nelle prime dodici tappe non c’è una salita che possa scavare grandi distacchi, però ci sono due crono e se qualcuno perde terreno dovrà cercare di recuperare in fretta”. La lotta per la maglia rosa vivrà quindi un “crescendo di emozioni prima del gran finale, micidiale, con tappe di alta montagna dal chilometraggio elevato esattamente come si addice ai professionisti”.
Già la crono di Bologna potrebbe dare “una certa fisionomia” alla classifica generale, con gli scalatori che “davanti avrebbero la seconda cronometro di San Marino prima di iniziare con gli arrivi in salita” e che quindi sarebbero pronti a infiammare la corsa “a beneficio dello spettacolo“.
Per il CT, il favorito numero uno è Vincenzo Nibali: “È un Giro fatto apposta per lui – aggiunge – Vincenzo sa difendersi a cronometro e nella terza settimana tira fuori il meglio di se”. Quando c’è odore di sfida, non è uno che si tira indietro: “Ha un coraggio fuori dal comune, guardate il modo in cui ha preparato e corso il Mondiale dopo quello che gli era accaduto al Tour. E ha talento, ha il gusto della vittoria, corre con una sorta di “menefreghismo” positivo che gli consente di superare momenti critici. L’uomo da battere sarà Nibali“.
Non sarà facile invece vedere Froome protagonista: “Ha già trionfato, può vivere alla giornata, senza assilli. Ma ha in testa soprattutto il quinto Tour de France e in questo senso il Giro è un rischio. Se Chris non ci sarà – aggiunge – il Team Sky avrà comunque un uomo da piani alti: parlo di Bernal, che con Nibali è il mio favorito già da ora“. È diventata invece un’incognita Fabio Aru: “Viene da una stagione disastrosa, ed è il primo ad averne pagato le conseguenze. Ma ha 28 anni, è un ragazzo intelligente che ha lavorato sodo per emergere. Adesso è nel momento chiave della carriera e il prossimo Giro sarà adatto a lui. Può rinascere, può essere più forte: è dalle sconfitte che nascono uomini migliori“.
Riguardo agli altri italiani, Cassani è “curioso” di vedere Gianni Moscon, che per lui potrebbe addirittura conquistare la prima maglia rosa: “Non è ancora un corridore da grandi giri – precisa – ma può testarsi in
vista dei prossimi anni”. Tra gli altri osservati speciali ci saranno anche Davide Formolo, dal quale si aspetta “più continuità, più consistenza nelle difficoltà, più capacità di recupero dopo una caduta o un inconveniente” ed Elia Viviani, che sarà eventualmente “il faro delle volate”. Quanto agli altri, “potrebbero fare benissimo anche Colbrelli e Trentin“.
Il ciclismo italiano, che gode comunque di buona salute negli altri ambiti, spera però di poter trovare strada facendo anche un erede di Nibali e Aru per le corse a tappe: “Abbiamo chiuso la stagione con il titolo Europeo e i 18 successi di Viviani, con la Sanremo di Nibali ed altre vittorie importanti – conclude – Il problema è che per le corse a tappe siamo legati alle prestazioni di Vincenzo, che ormai va per i 34 anni. Sono preoccupato. Dietro di lui e Aru c’è poco purtroppo”.
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